Il sole di un’estate rovente e  i paesaggi mozzafiato di un luogo millenario dalle magiche atmosfere, hanno fatto da sfondo ad un’esperienza che senza dubbio resterà nella mia memoria, non solo perché ha contribuito ad arricchire le mie conoscenze sul magnifico borgo di Squillace, ma anche perché mi ha permesso di immergermi in una dimensione umana fatta di simpatici confronti e di sorrisi. Una dimensione in cui, in poco tempo, si è potuto imparare a conoscersi e a raccontarsi come persone e come cittadini della terra di Calabria, una terra ricca di contraddizioni, una terra da cui spesso bisogna allontanarsi e se non lo fai devi comunque lottare duramente per realizzare i tuoi sogni. E così, un gruppo fatto di turisti, di calabresi e di calabresi tornati per l’estate si sono ritrovati ad essere degli “strummuli” curiosi, guidati da Carmela Bilotto ed immortalati dall’obbiettivo di Maria Angela Rotundo. A queste ultime si deve l’organizzazione del “Trekking Urbano a Squillace”, in quanto componenti dell’associazione “Route 106 – your travel experience in Calabria” insieme a Patrizia Gallelli . L’iniziativa si è svolta in occasione della seconda edizione del Teatro Festival “Innesti Contemporanei”, che ha avuto come location principale il Castello Normanno di Squillace.

La “Route 106” è una bellissima realtà che ha incrociato il mio cammino mesi fa, in occasione di Rivelazioni Calabre. Ero quindi molto curiosa di vestire i panni dello “strummolo”(è così che le ragazze amano definire i viaggiatori della terra di Calabria), partecipando ad una delle loro escursioni. Devo dire che durante l’iniziativa, queste ragazze riescono a trasmettere appieno la passione che anima il loro percorso e l’intento alla base della loro mission, che è quello di diffondere la conoscenza della bellezza della terra di Calabria, raccontando la sua storia, le sue calde atmosfere e anche denunciando, quando è necessario, lo stato di abbandono in cui versano le tracce del nostro passato.

La denominazione dell’associazione è legata alla statale ionica 106, una strada tristemente nota e nello stesso tempo quella che può condurre, attraverso borghi, fiumare e coste, alla riscoperta della Calabria. «Il nostro intento – spiegano le ragazze – è quello di superare, tramite l’esperienza del viaggio, tutti i pregiudizi legati a questa strada e alla nostra terra, consapevoli che, solo mediante il contatto diretto è possibile calarsi nella quotidianità della Calabria».

Il piccolo viaggio compiuto lo scorso 29 luglio è iniziato con il racconto delle origini di Squillace, la cui fondazione è legata all’antica Scolacium. Infatti, quando la vita sulle coste divenne troppo difficile per le continue incursioni dei Saraceni, anche gli abitanti della cittadina romana si ritirarono sulle colline e nel VI – VII secolo dopo Cristo, fondarono Squillace. Questo spiega la posizione del borgo, che sorge a 344 m sul livello del mare e domina l’omonimo golfo.

Le suggestive tappe del percorso sono state la Cattedrale dedicata all’Assunta, ricostruita dopo il sisma del 1783, sulle fondamenta di un edificio del 1096 e poi l’incantevole Chiesetta Gotica, risalente ad epoca sveva-federiciana di manifattura tardo gotica, che per l’occasione ospitava le istallazioni delle artiste Silvia Puja e Teresa Zingarello, che si configuravano essenzialmente in fasci di luce in plastica trasparente che, dalle finestre della chiesetta, invadevano l’interno valorizzando gli spazi. La visita al Museo Diocesano e alla chiesa di San Matteo, risalente al XVIII secolo ed insolitamente decorata, sulla facciata, da cariatidi a seno nudo, forse simbolo di fertilità; hanno suggellato la prima parte del percorso, prettamente legata all’aspetto religioso.

Da quel momento in poi la nostra attenzione, come visitatori/strummuli, si è spostata sulle vie del borgo, deliziosamente decorate da splendidi portali in pietra. Non è mancata una capatina a quella che viene considerata da casa del grande Magno Aurelio Cassiodoro (483-580), un grande personaggio nato e morto a Squillace, un uomo politico che ricoprì la carica di primo ministro alla corte di Teodorico e di altri re Goti e che poi scelse di tornare nella sua città natale, dove fondò il Vivarium, nobile centro di studi e copiatura di antichi testi, passato alla storia come “prima università d’Europa” e poi il Castellense, centro di contemplazione e di preghiera.

Degna di nota anche la visita al più antico laboratorio artigiano della ceramica del borgo, dove ci è stata data dimostrazione dell’antica tecnica del graffito con cui i maestri vasai del luogo confezionano da secoli le loro creazioni. La presenza nel borgo di un’antica fornace risalente al 1600 dimostra quanto la millenaria arte della lavorazione della ceramica sia legata all’identità del borgo di Squillace, al punto da ottenere un valore d’eccellenza, per cui i maestri ceramisti del luogo hanno il diritto di applicare il marchio DOC sulle proprie creazioni.

Il castello Normanno di Squillace, maestoso maniero fatto costruire nel 1044 da Roberto il Guiscardo, illuminato da un suggestivo tramonto, ha suggellato il nostro viaggio. E così da strummoli siamo ridiventati tutti delle persone normali, ognuno col suo percorso di vita.

Ma i viaggi lasciano sempre qualcosa nella mente e nel cuore e dopo un viaggio niente sarà più come prima.

Angela Rubino

 

 

 

 

 

 

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